Ventisettesima giornata
Sveglia alle 6 per sfruttare la breve finestra di poco vento promessa dal meteo prima che riprenda il Maestrale forte. Quasi tutto è pronto da ieri sera quindi alle 7 riesco a chiudere l’ultimo gavone per partire. Lello mi aiuta per trasportare il kayak vicino alla riva. Ci abbracciamo con la promessa di rivederci presto.
Oggi fa decisamente freddo e, nonostante i guanti, le mani mi fanno malissimo. Non vedo l’ora spunti il sole per darmi un po’ di conforto. Il mare è calmo ma la tanta risacca mi costringe a transitare a largo di fronte alle mura della città.
C’è molta foschia sulla costa quindi non riesco ad assaporare la bellezza della costa che appare comunque molto aspra e con bella vegetazione. Conosciuta come Costa Sei Grifoni per gli esemplari che la abitano. Oggi, facilitato dalla trasparenza dell’acqua, faccio per la seconda volta in vita mia un incontro bellissimo con un pesce spada. È grande ma non enorme e lo vedo con la coda dell’occhio affiancarsi al mio lato dritto a circa 5 metri di profondità. Prendo la macchina fotografica ma in un attimo sparisce e per un attimo mi segue in superficie per poi dileguarsi.
Dopo circa 5 miglia arrivo alla nota zona militare di Poglina. Da qui il cellulare non prenderà più per ben 15 km. La cosa non mi preoccuperebbe se non ci fosse un mare sempre più fastidioso. Prima lungo, poi incrociato. Sorrido a pensare a chi viene normalmente con me in kayak. Oggi sarebbe stata una strage per chi soffre il mal di mare.
La sosta di questi giorni mi ha fatto perdere smalto quindi non avanzo come vorrei. Spesso verifico cellulare e GPS per avere conferma di alcune cose, lo faccio con frequenza, troppa frequenza tanto che mi rendo conto che mi sta facendo un po’ male. Meglio concentrarsi sulla pagaiata anche perché nessuno qui mi potrebbe aiutare. Mio malgrado non posso avvicinarmi alla falesia delle Croci, uno dei miei posti preferiti da quando l’ho scoperta anni fa con Lino e Romano. È una sorta di terrazza sul mare con piscine poco profonde è accessibile solo dal mare.
Impensabile poter sbarcare su questa scogliera con un mare anche leggermente increspato. Oggi…si passa dritti! A Capo Marargiu c’è da ballare ancora di più ma subito dopo va molto meglio con vento in poppa.
Sono ormai a 12 km da Bosa quindi preferisco tirare dritto. Saluto Torre Argentina, Sos Pupos, Cane Malu ed entro direttamente nel Temo. Il fiume è stato di recente sconquassato da una piena. Ci sono bassi fondali per i detriti depositati e barche affondate. Entrare a Bosa è sempre emozionante.
Supero il Ponte Vecchio e approdo su una banchina di legno dove c’è Emanuele che mi aspetta incredulo. Anche oggi è andata, le previsioni son pessime ma non posso farci niente.
Buonanotte
43 km percorsi