• December 10, 2024
Giornata 28-29

Ventinovesima giornata

Oggi mi alzo presto presto, non per andare in kayak visto il mare infame, bensì per andare in ospedale a fare il mio terzo prelievo di sangue dopo quello fatto il giorno prima della mia partenza e quello fatto appena sbarcato a Porto Torres. Insomma un modo come un altro per tornare un pochino alla vita cittadina ed essere super controllato dal punto di vista medico e la cosa non guasta.

Oggi mi tolgo la soddisfazione di andare a Torre Argentina via terra, a mio parere uno dei posti più belli in assoluto dell’intera Sardegna, grazie alla cortesia di Marco che mi accompagna. Torre Argentina sta infatti a 10 minuti di macchina da Bosa. Lasciata la macchina sulla panoramica Bosa-Alghero, si procede a piedi su un sentiero semplice con vegetazione di arbusti e terreno spesso roccioso. Su una punta non troppo accentuata sorge l’imponente torre spagnola da cui i miei occhi dominano un vasto tratto di costa che va da Capo Marargiu a Capo Mannu.

Il vento mi fa spesso barcollare e la temperatura non è proprio primaverile. Il mare è ovviamente molto mosso e tutta la linea dì costa a me visibile è evidenziata dal colore bianco della schiuma. In alcuni punti, colonne bianche di acqua, evidenziano l’energia che il mare sta scaricando sulla costa.

Il paesaggio sotto la torre è quello che più di tutti mi ricorda la luna. Si, in effetti non son mai stato sulla luna, ma diciamo che assomiglia molto a ciò che ci hanno fatto vedere sino ad oggi. La roccia calcarea è stata lavorata dalla natura che si è sbizzarrita a creare un’alternanza di pareti ripidissime a tratti curvate come delle onde pietrificate che cingono dei tavolati grandi come una piazza. Qua e la le pareti di pietra finissime presentano dei buchi circolari. Piscine con acqua bassissima oggi vengono invase dalla forza del mare portando con i suoi marosi ossigeno e nuova vita alle normalmente tranquille pozze.

Un cucciolo di maremmano decide di adottarmi. Prima mi sale addosso, poi riesce a rompere la busta di plastica con la poca (per fortuna) immondizia raccolta. Salta goffamente per addentare lo strumento che uso per raccogliere la spazzatura e alla fine riesce pure a rubarmelo ma per fortuna senza romperlo.

Vorrei mi abbandonasse nonostante la sua simpatia perché durante la via del ritorno ho visto un gregge e quindi immagino in mezzo ci siano i genitori a sorvegliarlo. Detto fatto! Un adulto a distanza abbaia per richiamarlo all’ordine. Lui non obbedisce e continua a seguirmi euforico. La cosa non ci tranquillizza perché temo in qualche modo possano prendersela con noi. Ci segue fino alla macchina dove però lui non può arrivare per via di un muretto a secco ancora troppo impegnativo per le sue capacità. Incomincia a piangere metre goffo prova la scalata.

Mi hanno segnato molta sporcizia nella zona della foce del Temo, vicino al porticciolo. Purtroppo era vero e mi assale lo sconforto. Inizio a raccogliere ciò che posso quando un signore distinto mi dice con un accento tedesco marcato: “Complimenti, ma qui ci vorrebbero le scuole a pulire, lì dietro è pieno!”. Il coltello affonda e gira in maniera prepotente ma non così dolorosa come quando vedo una coppia di francesi che, diretti alla magnifica Cane Malu, attrazione imperdibile qui a Bosa, si soffermano a scattare una foto ad un ammasso di immondizia a bordo strada. Vorrei dire qualcosa ma cosa gli posso provare a spiegare? Come giustificare tale bassezza umana? Mi dispensano un sorriso nel vedermi con la busta in mano piena di robaccia ma non so se interpretarlo come:”almeno questo si salva!” oppure: “questo deve essere uscito dal manicomio, cosa vuole fare con quella bustina??”. La vegetazione a bordo strada è letteralmente piena di plastica di ogni genere.

Me ne torno a casa con un sacco di immondizia e un enorme senso di sconfitta, di impotenza. Dove sta l’orgoglio sardo a difesa della nostra isola? Quello schifo non è venuto dal mare. E anche se lo fosse si dovrebbe porre rimedio visto che siamo, tra l’altro, in un sentiero turistico. L’immondizia parla, e questa non viene da lontano. Scatole di esca, bottiglie di birra a noi molto conosciuta, residui di picnic sono le cose più comuni. Perché? Perché non siamo capaci di difendere il nostro territorio? Come si può passare nel giro di pochi minuti dalla bellezza mozzafiato di Torre Argentina e del mare impetuoso al degrado che ho davanti agli occhi? Rientro alla base sconfitto mentre nel lungo Temo predispongono tutto per la festa della birra. Per celebrare ancora una volta una sconfitta amara, molto più amara dei fiumi di birra che scorreranno copiosi nei prossimi giorni.

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